domenica 5 ottobre 2014

Il Trenino dei desideri




Ci piacerebbe correre nei verdi prati verso la baita del nonno dell'Alpe, salutare le caprette, specchiarci in un laghetto limpido mentre le nostre risate argentine echeggiano nella valle...
Ma siamo a Milano, anzi siamo nel centro di #Milano, precisamente ai giardini pubblici di Porta Venezia. I prati ci sono, affollati da gente di tutte le etnie, famiglie con bambini, compagnie di ragazzi che fanno festa, single con un libro e le cuffie che aggiornano lo status su facebook pubblicando l'ennesimo selfie al parco. Ci sono tanti passeggini spinti nei week end da variegate tipologie di genitori e durante la settimana da eserciti di tate filippine e peruviane che fanno capannello vicino alle altalene. C'è la più interessante massa di atleti improvvisati mai vista, a correre tutto il perimetro e a fare esercizi sulle panchine di pietra, prendendo fiato alle fontanelle. Sudati, stilosi, spesso poco credibili, a volte invidiabili. Il laghetto c'è ma l'odore di oggi mi ha ricordato la vaschetta delle mie tartarughe d'acqua di quando avevo 12 anni, quando la situazione era putrida e a rischio salmonella sentivo proprio quell'odore. Poi ci sono i mini pony, una vera chicca, dall'espressione quasi esausta (sia gli animali che i proprietari) ma sempre teneri. Poi c'è il #trenino, un'istituzione, i bambini affollano la partenza, i genitori sgomitano, il cartello dice 1 corsa (3 giri) ma in realtà poi scopri che i giri sono 5. I deliziosi vagoncini rossi e blu sono così rassicuranti che non puoi evitare di piazzare sopra il tuo bambino, il tragitto si snoda in mezzo agli alberi e nel praticello si intravedono dei nanetti di pietra ormai scrostati e di certo non 7, dei funghetti e poco lontano una Biancaneve in solitaria. Il campanello del treno suona... I genitori salutano, una foto, un video, insomma è tutto molto bello, è romantico, è solo poesia. Poi è il momento di scendere e a volte la poesia finisce perché non tutti sono d'accordo. E quindi altra corsa, altro regalo...

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